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Nuovo Tesseramento Arci Gino Massa

NUOVA CAMPAGNA TESSERAMENTI  202 0 -202 1            Cari soci del circolo  Gino Massa A.P.S.,  la tessera sta per scadere ...

giovedì 18 ottobre 2018

Conosciamo le tradizioni del nostro bel paese

LE TRADIZIONI

Ci sono tradizioni da rispettare in maniera ferrea nel giorno dei defunti, come scrive Il Sussidiario.net (2 novembre).

In Valle d’Aosta, in in cui vengono preparate delle pietanze in più da lasciare sui davanzali per i morti, che in caso contrario alzano un vento che fa circondare la casa di un gran rumore, chiamato “tzarivari”.





In Piemonte si esce la sera, sfidando le notti già fredde a volte in questo periodo dell’anno, perché per tradizione le case vanno lasciate vuote per i defunti che vogliono tornare a visitarle.


In Lombardia per i morti che passano a far visita nelle case non viene lasciato cibo ma una brocca d’acqua, per permettere loro di dissetarsi dopo il lungo viaggio.
Sulle tavole milanesi non è inusuale trovare quello che viene chiamato “il pan dei morti”, preparato sostanzialmente con biscotti tritati, amaretti, mandorle, cannella e noce moscata. Vengono fuori una specie di “biscottoni” che ricordano in parte gli amaretti natalizi.


In Trentino le campane suonano per richiamare le anime. Dentro casa viene lasciata una tavola apparecchiata e il focolare accesso per i defunti. Lo stesso capita in Piemonte e in Val d’Aosta.
In Friuli si lascia un lume acceso , un secchio d’acqua e un po’ di pane.




In Emilia Romagna invece il cibo da lasciare ai defunti viene scambiato di casa in casa, e se ne lascia anche ai poveri che vengono a bussare alle porte delle varie abitazioni.
In Liguria , vengono preparati i bacilli (fave secche) e i balletti (castagne bollite). Tanti anni fa, la notte del 1 novembre, i bambini si recavano di casa in casa, come ad Halloween , per ricevere il ” ben dei morti “, ovvero fave, castagne e fichi secchi. Dopo aver detto le preghiere, i nonni raccontavano loro storie e leggende paurose.




In Umbria si preparano gli stinchetti dei morti , dolci a forma di fave.
In Abruzzo, oltre al tavolo da pranzo apparecchiato, si lasciano tanti lumini accesi alla finestra quante sono le anime care. Ma era anche tradizione scavare e intagliare le zucche e inserire una candela all’interno e usarle come lanterne, proprio come ad Halloween (Focus Junior, 2 novembre).
A Roma la tradizione voleva che, il giorno dei morti, si tenesse compagnia ad un defunto consumando un pasto vicino alla sua tomba.
Napoli si prepara invece un torrone speciale chiamato comunemente in terra partenopea “o morticiello”, glassato di cioccolato che può essere gianduia o aromatizzato al caffé a seconda dei gusti.
Anche in Sicilia i dolci del 2 novembre sono un appuntamento assolutamente tipico, a Palermo vengono preparati i Frutti di Martorana, a Catania degli speciali biscotti chiamati I Vincenzi e a Messina le “Piparelle”, che vanno a loro volta inzuppate nei liquori preparati in casa. Insomma, ce ne sarà per tutti i gusti.

giovedì 11 ottobre 2018

CONOSCIAMO MONTANARO


UN PEZZO DI MONTANARO
“UN MODO DIVERSO PER CONOSCERE MEGLIO IL NOSTRO PAESE”
BORGO SAN GRATO
FACCIAMO UN GIRO NEL BORGO.
“FOTO E PRESENTAZIONE”
CONOSCIAMO IL BORGO CON L’AIUTO
DELL’ASSOCIAZIONE BORGO SAN GRATO
LA VITA DI IERI E DI OGGI DEL NOSTRO PICCOLO PAESE, BORGO PER BORGO PRIMA TAPPA CHIESA DI SAN GRATO fondata nel 1500
Il cantone “o borgo”
MEMORIA STORICHE DI MONTANARO DI
ANTONIO DONDANA
“FIN DAL 1400 SI ERANO COSTRUITI ALCUNI CASOLARI NEGLI AIRALI DI BORCANINO…QUINDI A POCO A POCO SI ESTESERO LE FABBRICAZIONI VERSO GLI AIRALI DI s. BERNARDINO.

ULTIME A COSTRUIRE FURONO LE VIE DI S. GRATO E DI PARISETTO, QUELLA DEL 1600, QUESTA DAL 1700 IN POI. MAN MANO CHE SI ANDAVA CRESCENDO IL PAESE IL COMUNE INNALZAVA CAPPELLE LA DOVE SBOCCAVANO LE VIE, COSI CHE L’EPOCA DELLE FABBRICAZIONE DI QUESTI TEMPIETTI SEGNA IL TEMPO, IN CUI SI COMINCIARONO A COSTRUIRE LE CASE DI QUELLE STRADE CHE DOVEVANO PIGLIAR IN NOME DA QUELLO DELLA CHIESA POSTA AGLI SBOCCHI”.

IL DONDANA


IL DONDONA CI DICE CHE SI TRATTA DI CASOLARI COSTRUITI NELLA CAMPAGNA E CHE IL CANTONE DI SAN GRATO E LA SUA CHIESA NASCONO INTORNO AL 1600 PER POI ALLARGARSI. ORA POSSIAMO DIRE CHE A GRANDI LINEE IL CANTONE PARTE DALL’INIZIO DI VIA CESARE BATTISTI (IN ALCUNE VECCHIE MAPPE INDICATA COME VIA SAN GRATO E LA ZONA CIRCOSTANTE CHIAMATA CANTONE), SI ALLARGA VERSO DESTRA LUNGO VIA GARIBALDI E A SINISTRA PER VIACAFFARO RISALE LUNGO VIA BERTINI DA UN LATO E VIA VITTORIO VENETO E VIA PIAVE DALL’ALTRO, FINO ALLA FERROVIA . INCLUDE QUASI TUTTELE CASE OLTRE LA FERROVIA.